Elisabetta Consonni coreografa tutto, essere umani e disumani, oggetti mobili e immobili, mappe, interstizi e gruppi vacanze spaziali. Tesse reti di relazioni, sottili e forti, come il vetro di zucchero.
Laureata in Scienze della Comunicazione con una tesi sulla costruzione sociale del corpo nella danza, frequenta The Place- London Contemporary Dance School (2004-2005) e approfondisce indipendentemente la ricerca in ambito performativo in Olanda (2005-2009) e in Polonia (2013-2015). I suoi lavori Maquillage (2007), Fotoritocco ( 2012), Plutone (2016) e And the colored girls say: doo da doo da doo da doo (2018 ) tenta di espandere la pratica coreografica cercando dispositivi performativi per incorporare un discorso sociale.
Il suo attivismo in ambito sociale e civico prende la forma artistica di un processo di ricerca dal nome Ergonomica che dal 2013 indaga l’uso e il significato sociale dello spazio pubblico e la declinazione delle competenze coreografiche nel lavoro con gruppi marginalizzati. All’interno del progetto realizza le azioni site specific We want to become architecture e Go with the flow (Polonia, 2014), la costruzione coreografata di Pompenpurg Park (Rotterdam, Biennale di Architettura 2014), Il secondo Paradosso di Zenone (2016), Abbastanza Spazio per la più tenera delle attenzioni (progetto per la Biennale Danza di Venezia 2016) e cura, assieme a Connecting Cultures, il simposio Spazio Ergonomico (sempre nell’ambito di Biennale Danza 2016). Nel 2019 vince il bando Open- Creazione [Urbana] Contemporanea con il progetto site specific Ti voglio un bene pubblico.
ergonomicaproject.wordpress.com
In scena
Special Handling – Meeting halfway
2022-12-17 15:00:00
Progetto Aisha