Khadija Boudlali e Iman Salem

Khadija Boudlali e Iman Salem sono due donne legate da un profondo legame di sangue e spiritualità, unite nel preservare e tramandare un’eredità culturale e spirituale che affonda le sue radici nelle antiche tradizioni marocchine.
Khadija, nata 76 anni fa in un Marocco ancora sotto il dominio coloniale francese, ha vissuto in prima persona le crudeltà di un mondo patriarcale e imperialista. Madre di tre figli a soli 25 anni, ha trovato rifugio e forza nella pratica spirituale Gnawa, diventando non solo una madre devota, ma anche una guida spirituale per molte donne. Attraverso la sua dedizione, ha creato e sostenuto momenti collettivi di spiritualità tra l’Italia e il Marocco, mantenendo viva una tradizione antica e potente.
Sua nipote, Iman Salem, 31 anni, è una fotografa documentarista impegnata a documentare i movimenti politici in Italia. Condivide la stessa passione e impegno per le radici spirituali della famiglia. Con un profondo rispetto per le pratiche tramandate dagli ex schiavi in Marocco, Iman lavora per mantenere viva questa eredità. Attraverso la ricerca e la collaborazione con sua zia Khadija, Iman contribuisce a portare avanti rituali di movimento e spiritualità come forme di resistenza culturale, intrecciando passato e presente in un atto di resilienza e ribellione.
Insieme, Khadija e Iman incarnano la forza delle tradizioni femminili, resistenti e radicate, dimostrando che la spiritualità è una fonte inesauribile di cura, forza e resistenza.