communities in movement – Le Alleanze dei corpi
A cura di ZEIT e DiDstudio
Un programma di danze urbane, performance, laboratori e di condivisione dei processi partecipativi realizzati nel quartiere di via Padova attiva un’esperienza collettiva attorno al tema della cura e della performatività dei corpi nella sfera pubblica.
La pratica artistica diventa campo di confronto estetico e cognitivo sul quale confrontarsi, momento di incontro e contaminazione tra pubblici differenti, di accessibilità alla cultura in contesti difficilmente aperti ai linguaggi del contemporaneo. Un ribaltamento di prospettiva, come atto di decolonizzazione culturale, permetterà alle minoranze, di genere, estrazione sociale e provenienza, di diventare centrali rispetto alle categorie di visibilità e invisibilità dei corpi, e di costruire relazioni altre, rispetto a quelle attive nel perimetro urbano cui sono solitamente connesse.
Il progetto affianca la parte di performance, installazioni e spettacoli a momenti di formazione corporea, performativa e teorica attraverso un programma di workshop intensivi e un simposio, realizzato in collaborazione con BASE, con l’obiettivo di approfondire la riflessione in forme orizzontali.
Il corpo e la cura vengono in tale contesto posti al centro di un dibattito che riguarda la città, le sue istituzioni, e le stratificazioni dei segni del potere economico e politico sui corpi, con lo scopo di avvicinare le importanti esperienze maturate in questo ultimo anno, e mettere a confronto, in un dialogo orizzontale e condiviso tra i partecipanti, le pratiche artistiche e relazionali, le riflessioni accademiche e le forme di attivismo, mutualismo e interdipendenza maturate in contesti diversi.











IL PROGRAMMA
Il festival inizia il 24 settembre con il progetto DiscOnAir progetto di Barbara Stimoli e Silvia Albanese, un dispositivo non gerarchico, inclusivo e nomade, nato come risposta alla pandemia, che attiva un dancefloor performativo, incentrato sulla ri-creazione delle dinamiche interne a una comunità.
Segue la serata con Internazionale Corazon di Francesca Marconi, in versione performance, un lavoro che riflette sulla migrazione di saperi e codici culturali nel quartiere di via Padova. A partire dall’abito della comunità di danzatori Sambos de Corazon, riconfigurato attraverso un viaggio fisico, concettuale e performativo, dal Perù sino a via Padova, attiva una comunità danzante. Ad accompagnarla il sound di Sonia Garcia che attraverso sonorità ibridate con i bit provenienti dall’America Latina, evoca la sua diaspora.
Il festival prosegue domenica 26 settembre presso il DiDstudio con l’artista belga Sarah Vanhee e la lecture performance collected screams, un lavoro sul gridare inteso come atto immediato, affettivo, che rivela sia il potere più forte che la vulnerabilità più profonda. L’artista ha elaborato un’antologia di urla pronunciate e non, in arte, cinema, mitologia, sport, riflettendo su come la storia, la politica, l’identità e le complesse dinamiche di potere influenzino la nostra capacità di urlare, e interpretando l’urlo come arma, guarigione istantanea, strumento per rilassarsi o mezzo per esprimere l’indicibile.
Il 28 settembre Ariella Vidach e Claudio Prati proseguono il loro percorso su corpo, tecnologie e forme di cittadinanza con il progetto CORPOMEMORY, qui in versione outdoor, presso l’Anfiteatro della Martesana. Concepito come un flusso di codici e informazioni tra corpi, in continuo movimento, il lavoro si interroga sulla memoria, sull’attraversamento di confini linguistici, somatici e culturali in un rito coreografico collettivo.
Il 30 Settembre è la giornata di healing intervention for domestic wounds di Valentina Medda, installazione performance sulla cura e guarigione dello spazio domestico, dove aghi di agopuntura vengono posati silenziosamente sulle superfici di uno spazio abitato, seguendo i segni e le tracce, reali e percepite, lasciati su di esse dalla presenza dei suoi abitanti.
Il percorso prosegue a BASE con il progetto Special Handling di Elisabetta Consonni, un dialogo a due sotto forma di laboratorio artistico che sarà attivato nei giorni del Simposio, in cui una tenda diviene luogo e tempo di circolazione di quei saperi invisibili e non convenzionali, patrimonio delle donne provenienti dal Sud del Mediterraneo con cui l’artista è venuta a contatto.
Tra i laboratori una sessione di incontri con la coreografa e artista Chiara Bersani, legati al nuovo percorso underwood per performer e danzatori, e il workshop di Elena Molon che parte dai mestieri della cura, infermieristica e somatica, dove il corpo dell’assistito e dell’assistente diviene principale protagonista. Fatima Ferro condividerà inoltre la sua pratica per la trasmissione dell’arte di tessitura tramite telaio, nel contesto di Special Handling, progetto di ricerca e trasmissione di pratiche e saperi invisibilizzati nell’ambito di via Padova.
STATE OF CARE – Ripensare (e performare) la cura come bene comune – SIMPOSIO
Uno spazio di riflessione teorica (e performativa) orizzontale dove artisti, curatori, partecipanti al progetto, filosofi, antropologi e teorici della performance si confrontano sulla performatività del corpo come agente di trasformazione dello spazio urbano e della sfera pubblica, sulle strategie di decolonizzazione di corpi e codici estetici, sulla cura come bene comune, diritto universale e pratica comunitaria.
Il simposio, nato grazie alla collaborazione tra DiDstudio, ZEIT e BASE, sperimenta strumenti di pedagogia sperimentale, affiancando al dibattito teorico, momenti di esperienza performativa e relazionale, profilandosi come case study teorico performativo sulla relazione tra corpo, vulnerabilità e precarietà.
Nel contesto del SIMPOSIO, Salvo Lombardo presenta Atrio, un ambiente in between tra un simposio tentacolare e una performance relazionale, tra l’agorà e l’ambiente domestico, in cui l’artista individua un ambiente dedicato alla sedimentazione delle loro pratiche e dei loro discorsi.
Il progetto riflette temi di rilevanza culturale e si rivolge quindi ad artisti, performer, attivisti, studenti delle Accademie e delle Università in particolare Dipartimento di Antropologia Culturale delle Università Milano Bicocca, Studenti di Scienze Sociali, Accademia di Belle Arti di Brera, Scuola Civica Paolo Grassi e al mondo.
Communities in movement è un progetto di ZEIT sotto l’ombrello del progetto triennale Le Alleanze dei corpi, sostenuto da Comune di Milano, MIC, Fondazione di Comunità Milano – BANDO 57, ideato da DiDstudio insieme a Itinerari Paralleli, Progetto Aisha, Stratagemmi Prospettive Teatrali, con la collaborazione del Laboratorio di Antropologia Visiva dell’Università Milano Bicocca, MUDEC, BASE.
Clicca qui per scoprire il programma di STATE OF CARE.

DiscOnAir
di Barbara Stimoli e Silvia Albanese
Venerdì 24 settembre
Ore 20.30 – 21.00, Anfiteatro Martesana
Per info e prenotazioni: clicca qui

Internazionale Corazon
di Francesca Marconi ft Sonia Garcia
Venerdì 24 settembre
Ore 21.00 – 22.30, Anfiteatro Martesana
Per info e prenotazioni: clicca qui

Fatima ci insegna… a tessere il mondo
Lab a cura di Fatima Ferro e Elisabetta Consonni
Sabato 25 e domenica 26 settembre
Ore 10.00- – 12.30, Bell Nett
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collected screams
di Sarah Vanhee
Domenica 26 settembre
Ore 20.30 – 21.30, DiDstudio
Per info e prenotazioni: clicca qui

CorpoMemory
di Ariella Vidach AiEP
Martedì 28 settembre
Ore 18.30 – 20.00, Anfiteatro Martesana
Per info e prenotazioni: clicca qui

healing intervention for domestic wounds
di Valentina Medda
Giovedì 30 settembre
Ore 20.30 – 21.30, Secret place!
Per info e prenotazioni: clicca qui

Special Handling
Lab a cura di Elisabetta Consonni
Venerdì 1 e sabato 2 ottobre
Ore 15.00 – 17.00, BASE
Per info e prenotazioni: clicca qui

underwood
Lab a cura di Chiara Bersani
29-30 settembre e 01 ottobre
Ore 15.30 – 19.30, DiDstudio
Per info e prenotazioni: clicca qui

L’arte del corpo nella cura
Lab a cura di Elena Molon
Sabato 2 e domenica 3 ottobre
Ore 10.00 – 13.00, DiDstudio
Per info e prenotazioni: clicca qui